Una repubblica fondata sulle “trattative”
Giu 15th, 2010 | Categoria: fuoricatalogo
«Vatti a fidare dei politici: sono sempre pronti a saltare sul carro del camorrista più forte». Sembra una battuta di spirito e invece è la confessione del più importante pentito di camorra, Pasquale Galasso, il primo a raccontare ai magistrati la trama intricata dei rapporti tra capi camorra e istituzioni. Siamo nel 1993 e i giudici hanno messo la firma sull’avvio della sua collaborazione. Galasso è un fiume in piena, parla all’inizio con tre Procure, Napoli, Salerno e Roma, poi anche con Palermo. Nei suoi racconti si ricostruiscono gli affari della Nuova famiglia degli Alfieri e i suoi contrasti con la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Si autoaccusa di 40 omicidi e dichiara di aver partecipato a ottanta spedizioni di morte. Lui, che si era pure iscritto all’università per diventare medico, era riuscito a mettere in piedi una varietà di affari tale da far invidia ai manager migliori: finanziarie, commercio internazionale, ortofrutticoli, automobili, pompe funebri, autonoleggi e persino un’agenzia di viaggi. Un tesoro del valore di oltre 1.000 miliardi di vecchie lire, senza tener conto di quel castello sul lago d’Orta, comprato nelle prime fasi della sua collaborazione con un fido dell’istituto di credito San Paolo di Torino. Pasquale parla perché...