Accusato di corruzione e riciclaggio, l’ex presidente Alemán è ancora protetto dall’immunità. Ma in Nicaragua si mobilita la società civile. E difende con petizioni e denunce la sua giovane democrazia
Qualcuno l’ha già chiamata la nuova rivoluzione, solo che questa volta, invece dei fucili, sono le firme della gente comune a cambiare il destino del Nicaragua. Sono stati infatti in ottocentomila a chiedere al Congresso di togliere l’immunità al suo presidente, Arnoldo Alemán, accusato dalla magistratura di corruzione e riciclaggio. Il movimento civico, chiamato
Conciencia Nacional, è riuscito in quello che per tutti gli anni Novanta le forze politiche tradizionali avevano fallito e cioè suscitare la partecipazione attiva dei cittadini. Formato da persone di diversa ispirazione e credo politico, il movimento ha iniziato la sua battaglia contro la corruzione cinque anni fa, mobilitando un numero di volontari sempre maggiore e facendo del Nicaragua un laboratorio per la responsabilitá civile in America Latina. Il risultato è andato oltre le aspettative perché, dopo un difficile avvio, la rete ha trovato l’appoggio delle istituzioni, riconoscimento che ha portato alla recente imputazione di Alemán. Si è trattato di un colpo non atteso, che ha sconvolto la maniera tradizionale di fare politica in Nicaragua e del quale ancora oggi non si riescono a...